LiguriaMarina
vetrina turistica sulla regione Liguria, fotografie delle più belle località della riviera ligure
giovedì 6 novembre 2025
Spotorno
sabato 3 maggio 2025
Differenze tra i Baci di Alassio e i Baci di Dama
I
Baci di Alassio e i Baci di Dama piemontesi sono entrambi dolci
tipici italiani formati da due semisfere unite da uno strato di cioccolato, ma
presentano differenze significative in ingredienti, consistenza e origine. Ecco
un confronto dettagliato:
Baci di
Alassio
- Origine: Liguria
(precisamente Alassio, provincia di Savona)
- Impasto: A base
di nocciole tostate, cacao, albume d'uovo, zucchero.
- Farcitura: Ganache al cioccolato (crema morbida
con panna e cioccolato fondente).
- Consistenza: Più
morbida e leggermente umida.
- Aspetto: Le due
semisfere sono rigate, a causa del sac à poche usato per formarle.
- Origine:
Piemonte (soprattutto Tortona, provincia di Alessandria)
- Impasto: A base
di farina di mandorle (o
nocciole), burro, farina, zucchero.
- Farcitura: Cioccolato fondente semplice fuso.
- Consistenza:
Più friabile e sabbiosa, simile a un frollino.
- Aspetto:
Liscio e più tondeggiante, compatto.
Curiosità sui Baci di Alassio
I Baci di Alassio furono inventati dal celebre
pasticcere Rinaldo Balzola,
fornitore della Casa Reale Savoia,
nei primi del '900. Il dolce nacque come souvenir raffinato per i turisti che
frequentavano Alassio, località di mare molto alla moda all’epoca. La ricetta
originale è stata tenuta segreta per molti anni ed è oggi marchio registrato, custodita da alcune
storiche pasticcerie liguri.
Una particolarità interessante è che, non contenendo farina, questi biscotti sono naturalmente privi di glutine, il che li rende adatti anche a chi ha intolleranze (previa verifica degli ingredienti usati).
Curiosità sui Baci di Dama Piemontesi
Il nome “baci di dama” nasce dal loro aspetto
romantico: due biscotti che si uniscono con il cioccolato, proprio come se si
stessero baciando. La ricetta è nata nel Piemonte
ottocentesco, a Tortona,
come modo creativo per valorizzare le nocciole locali, in particolare la Tonda Gentile delle Langhe.
Esiste anche una variante con mandorle al posto delle nocciole, più diffusa ad Alessandria. I baci di dama sono riconosciuti come Prodotto Agroalimentare Tradizionale (PAT) e fanno parte della cultura dolciaria piemontese. Le versioni tradizionali sono molto piccole, pensate per essere servite con il tè o con un bicchiere di vermut.
Curiosità comuni
Entrambi i dolci sono diventati simboli della
pasticceria artigianale italiana e vengono oggi proposti in moltissime
versioni, anche all’estero. Tuttavia, le versioni artigianali originali liguri e piemontesi restano le più
apprezzate dagli intenditori.
Sono perfetti da accompagnare a caffè, vini dolci come il Moscato, o come piccoli regali
gastronomici di grande eleganza.
giovedì 26 settembre 2024
Sanremo estate 2024
Sanremo: La Città dei Fiori e della Musica
Sanremo è una città italiana situata nella Liguria occidentale, lungo la
splendida Riviera dei Fiori. Conosciuta per il suo clima mite, il fascino
storico, e il suo importante contributo alla cultura italiana, Sanremo è una
delle destinazioni più iconiche del paese.
Dalla celebrità internazionale grazie al Festival della Canzone Italiana
alla sua bellezza naturale e architettonica, Sanremo incarna l’equilibrio
perfetto tra tradizione, intrattenimento e turismo.
La Storia di Sanremo
Le origini di Sanremo risalgono all’epoca romana, ma la città ha vissuto un
periodo di splendore nel Medioevo, quando si sviluppò il borgo della Pigna, il
nucleo storico. Durante il Rinascimento, Sanremo crebbe grazie al commercio e all’agricoltura,
in particolare con la coltivazione degli ulivi e la produzione dell’olio.
Nel XIX secolo, la città si trasformò in una meta turistica di prestigio per
l’aristocrazia europea. Le famiglie nobili e ricche, attratte dal clima
piacevole, costruirono eleganti ville, molte delle quali si possono ancora
ammirare. Fu in questo periodo che Sanremo divenne famosa per la floricoltura,
dando origine al soprannome di Città dei Fiori.
Cultura e Architettura
Sanremo vanta un ricco patrimonio architettonico e culturale.
Luoghi di interesse principali:
- La Pigna:
il centro storico medievale di Sanremo, caratterizzato da vicoli stretti,
scalinate e piccole piazze, offre un’atmosfera autentica e suggestiva.
- La Chiesa Russa di
Sanremo: costruita a fine Ottocento per la comunità aristocratica
russa che frequentava la città, questa chiesa è un gioiello architettonico
con le sue cupole colorate e l’iconografia religiosa.
- Villa Nobel:
residenza dello scienziato Alfred Nobel negli ultimi anni della sua vita,
oggi è un museo che racconta la storia della sua vita e del famoso premio.
- Il Casinò di
Sanremo: un edificio in stile Liberty inaugurato nel 1905, il
Casinò è uno dei pochi in Italia e rappresenta un centro di
intrattenimento, cultura e storia.
La Città dei Fiori
La Fiera dei Fiori e altre manifestazioni floricole celebrano
questa eccellenza locale, rendendo Sanremo un punto di riferimento per gli
amanti della natura e del giardinaggio.
Eventi Sportivi
Sanremo è anche conosciuta per ospitare eventi sportivi di livello
internazionale:
- Milano-Sanremo:
una delle gare ciclistiche più famose e prestigiose al mondo. Lunga oltre
290 km, è una delle "classiche monumento" del ciclismo.
- Rally di Sanremo:
una competizione automobilistica che attira appassionati da tutta Europa.
- Eventi nautici e maratone: grazie alla posizione costiera, Sanremo ospita regate e altri eventi legati al mare, oltre a maratone e gare podistiche e di triathlon.
Gastronomia
La cucina di Sanremo è un’espressione della tradizione ligure, semplice e
genuina, basata su ingredienti freschi e locali.
Piatti tipici:
- Pesto alla genovese:
salsa a base di basilico, pinoli, aglio, parmigiano e olio d’oliva.
- Focaccia ligure:
morbida e fragrante, perfetta a colazione o come spuntino.
- Brandacujun:
un piatto a base di baccalà e patate.
- Vini locali:
in particolare il Vermentino e il Pigato, due vini bianchi perfetti per
accompagnare i piatti di pesce.
Turismo e Natura
Oltre alla storia e alla cultura, Sanremo offre splendidi paesaggi naturali.
- Le spiagge:
la città è una destinazione balneare molto amata, con spiagge attrezzate e
un mare cristallino.
- La pista ciclabile
del Parco Costiero Riviera dei Fiori: un percorso panoramico
lungo la costa, ideale per ciclisti e pedoni.
- Escursioni
nell’entroterra: i dintorni offrono percorsi immersi nella
natura, tra uliveti, borghi medievali e viste spettacolari.
Sanremo Oggi
Sanremo è una città vivace e dinamica, che sa coniugare il suo passato
glorioso con un presente fatto di eventi, turismo e innovazione. Ogni anno,
attira visitatori da tutto il mondo per i suoi festival, le sue bellezze
naturali e il suo fascino senza tempo.
Se cerchi una destinazione che offra un mix di cultura, relax e
divertimento, Sanremo è il posto perfetto.
Storia del Teatro Ariston
Il Teatro Ariston è stato progettato dall'architetto Alfredo Bianchini ed è stato aperto con il nome iniziale di "Teatro della Vittoria". La sua struttura è stata rinnovata nel corso degli anni, ma ha mantenuto un fascino retro che lo rende particolarmente suggestivo. L'Ariston è un esempio di architettura moderna che incarna lo spirito e l'eleganza della città di Sanremo.
Il Festival di Sanremo
Il Festival della Canzone Italiana di Sanremo, noto semplicemente come Festival di Sanremo, è stato istituito nel 1951 ed è considerato il concorso musicale più importante del paese. Il festival si svolge annualmente al Teatro Ariston ed è una vetrina prestigiosa per gli artisti italiani e internazionali. Oltre a essere un concorso canoro, il Festival di Sanremo è anche un grande evento televisivo, trasmesso in diretta su Rai 1, che attira milioni di spettatori ogni anno.
Il Teatro Ariston come simbolo
Il Teatro Ariston è diventato un simbolo non solo della città di Sanremo, ma anche della tradizione musicale italiana. Le sue porte si aprono ogni anno per accogliere migliaia di spettatori e per ospitare alcuni dei momenti più memorabili della storia musicale italiana. L’atmosfera che si respira dentro l’Ariston durante il festival è unica, con un mix di emozione, adrenalina e tradizione che rende l’evento ancora più speciale.
Impatto e Rilevanza
In sintesi, il Teatro Ariston è il cuore pulsante di un evento che affonda le sue radici nella tradizione, ma è anche capace di adattarsi ai cambiamenti della musica e dello spettacolo, confermando il suo status di icona culturale italiana.
domenica 21 luglio 2024
il Principato di Seborga
Seborga è un piccolo paese di poco più di 300 abitanti, situato a 12 km da Bordighera in provincia d'Imperia famoso per il suo tentativo di proclamarsi Stato indipendente, ma non è mai stato riconosciuto dall'Italia nazione in cui effettivamente si trova e ne fa parte.
Storia
· Origini Medievali: Seborga ha origini antiche, risalenti all'epoca medievale. Nel 954, il conte Guido di Ventimiglia donò il territorio ai monaci benedettini. Nel 1079, il villaggio divenne un principato feudale sotto il controllo dell'abbazia di Lerino, vicino a Cannes.
· Vendita ai Savoia: Nel 1729, Seborga fu venduta al Regno di Sardegna, che era governato dai Savoia. Questa transazione è stata una delle ragioni per cui i sostenitori dell'indipendenza di Seborga sostengono che il villaggio non sia mai stato formalmente integrato nel Regno d'Italia.
La motivazione principale che sta alla base della secessione del Principato di Seborga rispetto all'Italia fu la volontà degli abitanti di preservare e valorizzare la propria identità culturale e le proprie tradizioni, che erano state trascurate o ignorate dalle autorità italiane. In particolare, i cittadini di Seborga si sentivano trascurati dalla politica centrale, che aveva ridotto il ruolo e l'importanza del piccolo comune a livello amministrativo.
L'idea di dichiarare l'indipendenza e di creare un principato fu lanciata dal maestro d'ascia Giorgio Carbone, un personaggio pittoresco e amante della storia, che si ispirò alle vicende del Principato di Monaco per creare il suo progetto politico. Carbone iniziò a promuovere la proposta di indipendenza tra gli abitanti di Seborga, che gradualmente aderirono alla sua visione.
Nel 1963, il comune di Seborga tenne un'assemblea pubblica, durante la quale i cittadini del comune approvarono all'unanimità la proposta di creare un principato indipendente. Fu eletto un principe, il maestro d'ascia Giorgio Carbone, che prese il nome di Sua Altezza Serenissima il Principe Giorgio I. Venne anche approvata una costituzione, che prevedeva un sistema politico basato su una monarchia costituzionale.
Nonostante la dichiarazione di indipendenza, il governo italiano non riconobbe il Principato di Seborga come uno stato sovrano e continuò a considerare Seborga come un comune italiano. Tuttavia, i cittadini di Seborga mantennero la loro autonomia locale, organizzando una propria amministrazione e celebrando le proprie tradizioni e feste.
Negli anni successivi, il Principato di Seborga attirò l'attenzione dei media italiani e internazionali, diventando una sorta di curiosità storica e politica. Il principe Giorgio I mantenne il suo ruolo per molti anni, diventando un personaggio famoso e molto amato dalla popolazione locale.
Nel 1995, il principe Giorgio I morì e venne succeduto dal suo erede, il principe Marcello I che ha poi abdicato nel 2019, gli è succeduta Nina Menegatto come "Principessa Nina".
Il Principato di Seborga continuò a esistere come entità simbolica e culturale, ma non riuscì mai a ottenere il riconoscimento ufficiale come stato sovrano.
Oggi, Seborga è una meta turistica popolare, che attira visitatori da tutto il mondo con la sua storia, il suo borgo medievale, le sue tradizioni e la bellezza dei suoi paesaggi. La dichiarazione di indipendenza e la creazione del Principato di Seborga rappresentano un episodio curioso e affascinante della storia e della cultura italiana.
domenica 19 novembre 2023
Salone Nautico di Genova 2023
mercoledì 21 giugno 2023
Ricette liguri - Sgabei alla savonese
Gli sgabei alla savonese sono un piatto tradizionale della cucina ligure, originario della città di Savona.
L'uso degli sgabei si è poi diffuso nell'entroterra ligure, incluso Savona, dove sono diventati un piatto tipico della tradizione culinaria locale. Nel corso del tempo, la ricetta degli sgabei si è evoluta e sono state apportate alcune modifiche.
Gli sgabei alla savonese sono diversi dagli sgabei di altre zone della Liguria, come quelli di Genova, per esempio. La differenza principale sta nella forma e nella consistenza. Gli sgabei alla savonese sono solitamente tagliati a strisce o rettangoli e hanno una consistenza morbida e leggermente soffice all'interno, mentre quelli di altre zone possono essere più simili a frittelle o gnocchi.
Oggi, gli sgabei alla savonese sono considerati una specialità locale e sono spesso serviti come antipasto o accompagnamento durante i pasti. Vengono gustati caldi e possono essere accompagnati da una varietà di condimenti, come salumi, formaggi, salse o pesto genovese.
Gli sgabei alla savonese rappresentano quindi una parte importante della tradizione culinaria di Savona e della cultura ligure, portando con sé la storia e le radici di questa regione marittima.
500 g di farina 00
· 1 bustina di lievito di birra
· 1 cucchiaino di zucchero
· 1 cucchiaino di sale
· 300 ml di acqua tiepida
· Olio di semi di girasole per friggere
Preparazione:
1. In una ciotola, sciogli il lievito di birra in acqua tiepida con lo zucchero. Lascia riposare per circa 10 minuti finché si forma una schiuma sulla superficie.
2. In una ciotola più grande, mescola la farina e il sale. Aggiungi il lievito attivato e l'acqua. Mescola bene fino a ottenere un impasto liscio e omogeneo.
3. Copri l'impasto con un panno pulito e lascia lievitare in un luogo caldo per circa 1-2 ore, o finché raddoppia di volume.
4. Una volta lievitato, riscalda abbondante olio di semi di girasole in una pentola o in una friggitrice fino a raggiungere la temperatura di circa 180°C.
5. Prendi l'impasto e con le mani leggermente infarinate, stendilo su una superficie di lavoro fino ad ottenere uno spessore di circa mezzo centimetro.
6. Taglia l'impasto in rettangoli o strisce di circa 5-7 cm di lunghezza e 3 cm di larghezza.
7. Friggi gli sgabei pochi pezzi per volta nell'olio caldo fino a quando diventano dorati e croccanti. Scolali con una schiumarola e adagiali su un piatto foderato con carta assorbente per eliminare l'olio in eccesso.
8. Servi gli sgabei caldi come antipasto o accompagnamento. Possono essere gustati da soli o con accompagnamenti come salumi, formaggi, olio d'oliva, salsa di pomodoro o pesto genovese.
Gli sgabei alla savonese sono una delizia da gustare durante una visita a Savona o per ricreare un pezzo di tradizione ligure a casa tua. Buon appetito!
martedì 28 marzo 2023
Ricette liguri - la focaccia di Recco
La focaccia di Recco è una specialità culinaria originaria della cittadina di Recco, in provincia di Genova . Si tratta di una focaccia a base di pasta filante e sottile, farcita con formaggio fresco a pasta filata, chiamato prescinseua, simile alla mozzarella.
La sua storia risale almeno al XVI secolo, quando la ricetta fu creata dalle massaie locali, che impastavano il prescinseua con acqua, farina e olio per formare una sfoglia sottile e croccante, cuocendola poi nei forni a legna. Originariamente la focaccia di Recco era preparata solo in occasione di eventi speciali, come matrimoni e feste patronali.
Nel corso del tempo, la focaccia di Recco divenne sempre più popolare e si diffuse anche in altre regioni italiane, diventando un piatto rinomato e apprezzato in tutta Italia. Nel 2017 è stata riconosciuta come prodotto agroalimentare tradizionale italiano dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali.
Oggi la focaccia di Recco viene preparata da panifici e ristoranti in tutta Italia e all'estero, ma la sua ricetta originale è ancora custodita gelosamente dalle famiglie di Recco e dai loro discendenti, che continuano a tramandare l'arte della sua preparazione di generazione in generazione.
Ingredienti:
· 300 g di farina di semola rimacinata
· 300 g di stracchino fresco
· 50 g di burro
· 100 ml di acqua tiepida
· sale q.b.
1. Iniziate preparando l'impasto per la focaccia di Recco: setacciate la farina di semola in una ciotola e aggiungete un pizzico di sale. Se preferite una focaccia più morbida, potete sostituire una parte della farina di semola con farina 00 o farina per pizza.
2. Sciogliete il burro a bagnomaria o nel microonde e unitelo alla farina, mescolando bene con una forchetta.
3. Aggiungete l'acqua tiepida e mescolate con una forchetta fino a formare un impasto omogeneo. Se necessario, aggiungete un po' d'acqua o di farina per regolare la consistenza dell'impasto.
4. Trasferite l'impasto su una spianatoia infarinata e impastate energicamente per circa 10-15 minuti, fino a quando risulterà liscio ed elastico. Coprite l'impasto con un canovaccio umido e lasciatelo riposare per almeno 30 minuti a temperatura ambiente.
5. Nel frattempo, sbriciolate lo stracchino fresco con le mani in una ciotola, fino a renderlo ben sbriciolato e privo di grumi.
6. Riscaldate il forno a 250°C, in modalità ventilato se possibile.
7. Prendete l'impasto e dividetelo in due parti uguali. Con il matterello, stendete ogni parte di impasto su un piano infarinato, fino ad ottenere un disco molto sottile di circa 30 cm di diametro.
8. Trasferite il primo disco di pasta su una teglia da forno rivestita di carta da forno e distribuitevi sopra lo stracchino fresco sbriciolato, lasciando un bordo libero di circa 2 cm. Il segreto per una buona focaccia di Recco è di utilizzare stracchino fresco di alta qualità, con una consistenza cremosa ma non liquida.
9. Coprite il tutto con il secondo disco di pasta, sigillando bene i bordi. Bucherellate la superficie con i rebbi di una forchetta, in modo da permettere all'umidità di fuoriuscire durante la cottura.
10. Infornate la focaccia di Recco per circa 5-7 minuti, fino a quando risulterà dorata e croccante. La cottura della focaccia richiede molta attenzione, poiché la pasta è molto sottile e tende a cuocere molto rapidamente. Il tempo di cottura può variare in base alla potenza del vostro forno, alla quantità di stracchino utilizzato e alla consistenza dell'impasto.
11. Servite subito, tagliando la focaccia a fette con una rotella da pizza.





















